A chiarimento sulla tanto decantata “Patente europea del Computer”, pubblichiamo uno stralcio della sentenza del TAR del Lazio che, come tutti sanno, legifera in tutto il territorio nazionale.
SENTENZA N. 5632 DEL 14.06.2004 TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DI ROMA SEZIONE III TER LA ECDL (European Computer Driving Licence) NON E’ L’UNICO STANDARD DI CERTIFICAZIONE DELLE CONOSCENZE INFORMATICHE DI BASE, CONCORRENDO CON ESSA, A PIENO TITOLO, LA IC3 (Internet Computer Core Certification). E’, PERTANTO, ILLEGITTIMA, PER VIOLAZIONE DELLA DISCIPLINA COMUNITARIA, NAZIONALE E DEL PRINCIPIO DELLA LIBERA CONCORRENZA, OGNI PROCEDURA DI GARA E/O AFFIDAMENTO DIRETTO CHE LIMITI LA COMPETIZIONE ALLA ECDL.
Dal TAR Lazio uno stop alla ECDL e condanna per il ministero dell’Innovazione. Il 14 giugno 2004 la sez. III ter del tribunale amministrativo del Lazio ha emanato la sentenza n. 5632/04, che decidendo su un ricorso proposto da una società operante nel settore della formazione…, ha negato valore pubblicistico alla Patente europea del Computer, e ha affermato che la ECDL (attorno alla quale ruota un appalto da 27 milioni di Euro) è del tutto equivalente alle altre certificazioni private disponibili sul mercato.
Anzi, scrive il TAR,“la cosiddetta ‘Patente europea del Computer’ non è un titolo di studio o abilitazione riconosciuta dall’Unione europea, ma esclusivamente un marchio industriale, tutelato da un brevetto comunitario registrato anche in Italia”. In particolare, continua la sentenza, non è nemmeno corretto affermare che la ECDL sia generalmente valida in ambito europeo come schema di accreditamento base nell’ambito della Linea d’azione comunitaria Europa 2002, perché la stessa Unione europea ha stabilito che la ECDL deve operare “senza pregiudizio per gli altri schemi nazionali esistenti ovvero della possibilità di includere anche altri schemi di accreditamento”.
fonte: http://www.majaglug.net/node/31 |
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